Intervista a Giusy Gambina, tra i giovani partecipanti al progetto "M'a Firu" in classe e al Campus estivo






ll progetto “M'a firu”, che vuole accompagnare i giovani a trovare/ritrovare la propria strada nello studio, nel lavoro, nell'essere cittadini attivi, e che ha preso il via nel mese di novembre 2023 a Marsala, ha visto protagonisti i giovani, e tra questi Giusy Gambina, che sta per frequentare la 5^ AT (Indirizzo Turistico) dell'Itet “Giuseppe Garibaldi” di Marsala, e che ha frequentato sia i laboratori in orario scolastico che le attività del Campus di luglio per il monitoraggio delle spiagge.

“Tutto il progetto M'a Firu” durante l'anno scolastico con gli incontri con i formatori è stata davvero una bella esperienza, con momenti di crescita personale per ciascuno di noi – dice - perché attraverso tutti i vari incontri siamo andati a capire quali fossero realmente i nostri interessi, e attraverso il lavoro degli esperti, con cui abbiamo fatto dei colloqui on line, cioè i nostri coach, abbiamo scoperto quale potrà essere il nostro ruolo nella società. A me personalmente dopo il diploma piacerebbe studiare alla Facoltà di Giurisprudenza, perché mi sono appassionata al Diritto e ho un debole per i casi irrisolti e la ricerca della verità; sogno di diventare Pubblico Ministero o Magistrata, anche se mi piacerebbe valutare pure la Facoltà di Scienze politiche e relazioni internazionali”. Giusy evidenzia che normalmente, quando si parla di convegni, i ragazzi si annoiano, ma nel caso di questo progetto non è successo e tutti erano veramente interessati. “Io l'ho visto con i miei occhi – aggiunge – E' stato un momento bello di crescita. È uscito fuori che tutti vorrebbero avere più luoghi dedicati agli interessi dei giovani, un Centro Polivalente magari, ma alla fine abbiamo scelto di esprimere il desiderio di avere una Giornata apposita in cui si cerchi di fare il confronto tra generazioni e quindi con i nostri genitori, che rappresentano la generazione precedente, per accrescere il dialogo”. Giusy ha preso parte anche al Campus di luglio, tra le spiagge, con un gruppo di ragazzi di diversa provenienza ma residenti a Marsala. “È stata un'esperienza stupenda. Il Campus e lo stare insieme mi hanno fatto capire che non ha senso essere razzisti. Il razzismo è come se fosse una paura, che giustamente hanno anche loro nei nostri confronti, ma attraverso la conoscenza comprendiamo ben presto che stare insieme significa fare quello che facciamo tutti tra noi quando normalmente ci conosciamo. Abbiamo parlato della nostra vita, abbiamo riso insieme, mangiato insieme, e ogni cosa si risolve. Io, poi, amo quando la gente mi chiede di insegnare e trasmettere un po' del nostro dialetto, e l'ho fatto con un ragazzo indiano a cui ho insegnato un po' di siciliano. Ogni tanto facevamo delle pause- bagno al mare, conversavamo e chiacchieravamo benissimo. E' stato bello. Per le spiagge abbiamo visto cosa manca: si dovrebbe di più pensare all'inclusione, ai disabili, nella maggior parte dei lidi manca la sedia Job, e questo è importante evidenziarlo. E in generale sarebbe bello se le istituzioni aggiungessero degli spazi in cui i giovani possono giocare al calcio, a pallavolo, una rete in spiaggia... Insomma ci piacerebbe che pensassero di creare uno spazio giochi. A me piace seguire il mondo della politica, l'attualità, e nel tempo libero mi dedico ad alcune attività con il Rotaract”.


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