Intervista a Emanuela Porcelli, insegnante di Italiano L2 nelle Comunità di seconda accoglienza di Marsala

 


Emanuela Porcelli è insegnante di Italiano L2 alle Comunità di seconda accoglienza Sirio, Sole, Vite e Storie, di via Tunisi e via Mazara, dove risiedono i giovani che hanno aderito al Progetto M'A Firu – Competenze per i giovani e in particolare al Campus del mese di settembre, organizzato e gestito da Caterina Acquarone e Mirjam Ognibene di Next.

Un'esperienza positiva per i ragazzi, che hanno avuto modo di muoversi in giro per la città di Marsala, di partecipare a una 'caccia al tesoro' organizzata per dar modo loro di guardare le cose alle quali di solito non prestano attenzione, di interagire con altri ragazzi, di spaziare nei movimenti per le strade con un obiettivo ben preciso e di acquisire nuove conoscenze arricchendo il loro bagaglio. “Sono stati molto contenti al rientro in comunità – dice Emanuela Porcelli – e la mattina si preparavano da soli per uscire e venire al Campus con entusiasmo. Ogni giornata è stata ricca di stimoli per loro, e tranne il primo giorno in cui, per condizioni meteo avverse a causa della pioggia, hanno dovuto svolgere le attività al chiuso, le altre giornate le hanno vissute con curiosità ed entusiasmo. Hanno avuto parole di riguardo a Caterina e si sono sentiti ben accolti, trattati con gentilezza e cura. Abbiamo pensato di inserire quei ragazzi che hanno in qualche modo dare una mano nella lingua perché non tutti parlano molto bene l'italiano, essendo quasi tutti appena arrivati. Sappiamo che se l'esperienza si ripetesse sarebbero ben contenti di partecipare di nuovo. In questo momento ci chiedono quando comincia la scuola, attendono con ansia questo momento perché hanno a cuore la loro formazione”.

Al campus hanno partecipato circa una ventina di ragazzi, che non erano mai stati al Circolo Velico né a vedere i monumenti ei luoghi culturali della città.

“Lavorare con loro ha diversi gradi di difficoltà – dice ancora Emanuela – perché tutto dipende da dove arrivano: se da zone in cui l'alfabeto è lo stesso è più facile iniziare a parlare e capirsi, se ad esempio parlano il francese… Con l'arabo come base abbiamo bisogno del mediatore che comunque abbiamo dentro le strutture. Sono stati felici di vedere posti nuovi e ce l'hanno ripetuto: “Finalmente qualcuno ce li ha fatti vedere, erano contenti. Così come incontro altri ragazzi, loro coetanei. Quando sono felici per qualcosa scattano subito delle foto, e sappiamo che hanno fatto delle foto insieme agli altri”.

Emanuela Porcelli insegna qui dal mese di dicembre: 15 ore settimanali per i ragazzi, tra quelle al CPIA e alle comunità, negli spazi comuni come la sala tv o la sala mensa.

"Il nostro compito - conclude - è quello di coinvolgerli in attività di vario tipo che possano impegnarli in momenti finalizzati alla loro integrazione e al loro apprendimento, e per questo ogni iniziativa come questa è utile e interessante e per il futuro aderiremo senz'altro".

 

 

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